Capitale: COPENHAGEN
Popolazione: 5.557.709
Superficie: 43.093 km2
Fuso orario: Stessa ora rispetto all’Italia.
Lingue: Danese. L’inglese è conosciuto dal 90% della popolazione.
Religioni: La popolazione è di religione protestante luterana per oltre il 90%.
Moneta: corona danese (DKK)
Prefisso per l’Italia: 0039 – Prefisso dall’Italia: 0045 – Telefonia: Un telefono cellulare GSM può essere importato e utilizzato in Danimarca se porta il marchio CE. – È vietato l’uso di un telefono mobile mentre si guida
Ambasciata d’Italia a COPENHAGEN – Cancelleria Diplomatica – Gammel Vartov Vej, 7 – DK – 2900 Hellerup – Danimarca – Tel.: +45 39626877 – Fax: +45 39622599 – E-mail generale: info.copenaghen@esteri.it – Soccorso stradale (24h su 24): Dansk Autohjaelp 45880025; in autostrada usare colonnine SOS.
Numeri utili e di emergenza : Polizia: 112 – Pronto Soccorso: 112 – Vigili del Fuoco: 112 .
Ente Danese per il Turismo: Vesterbrogade 6D – 1620 Copenhagen V – Tel. 33111415 – Fax 33931416
Documenti : Passaporto/carta d’identità valida per l’espatrio. E’ necessario viaggiare con uno dei due documenti in corso di validità. Il Paese fa parte dell’UE ed aderisce all’accordo di Schengen. Visto: non necessario per soggiorni inferiori a tre mesi.
Formalità valutarie e doganali: nessuna.
Divieti di importazione : – armi da fuoco e munizioni, esplosivi, coltelli, fuochi artificiali; – alcuni medicinali (consentita l’importazione di medicinali per uso personale); – droghe e narcotici; – pesticidi (occorrono particolari autorizzazioni); – carne fresca, surgelata e affumicata (importabili solo se provenienti da Paesi dell’Ue e per consumo personale).
Viaggiatori con animali (cani e gatti) : Cani e gatti devono essere accompagnati dal passaporto per animali istituito dalla UE per i movimenti tra i paesi membri. Gli animali devono portare un microchip o un tatuaggio per poter essere identificati. Devono inoltre essere stati sottoposti a vaccinazione antirabbica. Avvertenze: La Groenlandia e le Isole Faroe fanno parte del Regno di Danimarca ma, in virtù del loro statuto autonomo, non dell’Unione Europea. Trova quindi applicazione una disciplina differente per quanto riguarda i documenti di viaggio e la copertura sanitaria. In particolare, per l’ingresso nelle Isole Faroe è necessario essere muniti di un passaporto valido (senza visto). La patente di guida italiana è riconosciuta. Non vale la copertura sanitaria italiana ed è pertanto caldamente raccomandato di stipulare un’assicurazione ad hoc per la durata del soggiorno. I servizi di emergenza sono garantiti chiamando il n. 112 (ma verrà successivamente chiesto il rimborso delle spese sostenute dal sistema sanitario per il trattamento medico somministrato). Anche per quanto riguarda la Groenlandia, occorre munirsi di un passaporto valido.
Sicurezza : Negli ultimi tempi si è registrato un notevole aumento di episodi di violenza legati alla rivalità fra bande criminali che imperversano nei centri urbani della Danimarca (inclusa la capitale). Gli scontri si verificano soprattutto nei quartieri di Copenhagen (Noerrebro, Nordvest e Christianshavn/Amager) dove più alta è la concentrazione di immigrati e l’incidenza di problematiche sociali anche se episodi criminosi si registrano in quartieri residenziali (Indre By e Oesterbro). Avvertenze: nel periodo estivo si verificano casi di furti o scippi a danno di turisti sia nelle sopraindicate zone di cautela sia nel centro degli affari a Copenhagen. Si è inoltre riscontrato negli ultimi anni un aumento dei furti negli alberghi sempre a danno di turisti. I mezzi di trasporto risultano generalmente sicuri e non vi sono particolari itinerari da seguire sotto il profilo della sicurezza. Si consiglia ai connazionali di registrare i dati relativi al viaggio che si intende effettuare all’estero sul sito: www.dovesiamonelmondo.it
Normativa prevista per uso e/o spaccio di droga (leggere o pesanti) : Le pene previste dal locale ordinamento per reati quali possesso e spaccio di droghe (leggere o pesanti) vanno dall’ammenda (per il possesso di piccole quantità “per uso personale”) fino ad un massimo di 16 anni di reclusione (in casi di spaccio di particolare gravità).
Normativa locale prevista per abusi sessuali o violenze contro i minori : Nel caso di reati contro la persona e la morale si richiama l’attenzione sulle seguenti pene detentive previste: – violenza (aggressione personale senza violenza carnale) da 3 a 6 anni; – violenza colposa (inferta per gravi lesioni personali): fino a 4 anni; – violazione della pace, dell’onore e della vita privata: fino a 6 mesi; – minacce: fino a 2 anni; – ingiurie (a pubblico ufficiale): fino a 6 mesi;- abuso di minori: fino a 10 anni.
Va ricordato che coloro che commettono all’estero reati contro i minori (abusi sessuali, sfruttamento, prostituzione) vengono perseguiti al loro rientro in Italia sulla base delle leggi in vigore nel nostro Paese. In Danimarca, l’età minima in cui un soggetto è passibile di condanna penale è di 14 anni. Si segnala che, secondo gli usi locali, l’Ambasciata d’Italia non viene a conoscenza dell’eventuale arresto di un connazionale a meno che quest’ultimo non acconsenta espressamente ad informare l’Ambasciata dell’accaduto. In caso di problemi con le autorità locali di Polizia (stato di fermo o arresto) si consiglia di informare l’Ambasciata o il Consolato italiano presente nel Paese per la necessaria assistenza.
Situazione Sanitaria : La situazione sanitaria in generale è soddisfacente. I cittadini italiani che si recano temporaneamente (per studio, turismo, affari o lavoro) nel Paese, possono ricevere le cure mediche necessarie previste dall’assistenza sanitaria pubblica locale se dispongono della Tessera Europea di Assicurazione Malattia (TEAM) chiamata Tessera Sanitaria. La TEAM sostituisce i precedenti modelli E110, E111, E119 ed E128 ed è in distribuzione da parte del Ministero delle Economia e delle Finanze. Coloro che non l’avessero ancora ricevuta possono rivolgersi alla propria ASL per maggiori informazioni al riguardo o consultare il sito del Ministero della Salute: www.ministerosalute.it (Aree tematiche “salute e cittadino”; assistenza italiani all’estero e stranieri in Italia). Si consiglia di stipulare, prima di intraprendere il viaggio, un’assicurazione sanitaria che preveda, oltre alla copertura delle spese mediche, anche l’eventuale rimpatrio aereo sanitario o il trasferimento in altro Paese.
Viabilità : Patente: Italiana.
Assicurazione auto: Un visitatore che conduce un veicolo con targhe d’immatricolazione permanente emesse in Italia non ha bisogno di documenti assicurativi oltre alla polizza nazionale. Si ricorda a chi guida all’estero una vettura non propria che è consigliabile avere una delega a condurre del proprietario con firma autenticata presso un notaio.
Equipaggiamento obbligatorio : È consigliabile avere a bordo: una trousse di pronto soccorso, un estintore e un gilet autoriflettente in caso di panne o di fermata di emergenza su una autostrada. Casco di protezione per motociclisti: obbligatorio. Cinture di sicurezza, seggiolino per bambini : L’uso delle cinture di sicurezza nella vettura è obbligatorio su tutti i posti equipaggiati con cinture; Un bambino di meno di 3 anni deve essere trattenuto da un sistema di ritenuta omologato e adatto alla sua taglia. Un bambino di piu’ di 3 anni e che sia alto più di 1,35 m. deve essere posizionato in un sistema di ritenuta adatto alla sua taglia e al suo peso. Non si deve mettere un bambino sul sedile anteriore di una vettura che sia provvista di air bag, a meno che non sia disattivato. Triangolo: In caso di panne è obbligatorio servirsi di un triangolo di segnalazione di panne. Su autostrada, in caso di rallentamenti improvvisi o pericolo in caso di incidente, i conducenti devono accendere le luci di emergenza del proprio veicolo per avvertire coloro che seguono. Luci: Tutti i veicoli a motore devono circolare con le luci accese sia di giorno che di notte. I fendinebbia non sono obbligatori ma se vengono utilizzati devono essere usati entrambi e simultaneamente con le luci di posizione.
Limiti di velocità : (vedi pagina dedicata)
Tasso alcolemico : Limite consentito: il tasso limite di alcolemia in Danimarca è di 0,05%. Le autorità danesi distinguono due categorie di guida in stato di ebbrezza: -la “guida in stato di alcolemia” (in danese “promillekorsel”): il tasso di alcool nel sangue è tra 0,051 e 0,12%. -la “guida in stato di alcolemia pronunciata” (in danese spirituskorsel”): se il tasso d’alcool nel sangue supera 0,12% o se ci sono delle circostanze aggravanti. Se un guidatore ha un tasso d’alcol nel sangue tra 0,051 e 0,12%, gli viene inflitta un’ammenda e se il tasso d’alcol è superiore a 0,8% al guidatore viene ritirata temporaneamente la patente. Se il tasso è superiore a 0,12%, al conducente viene inflitta un’ammenda, in certi casi una pena e la patente viene ritirata per un minimo di 12 mesi La polizia può effettuare il test di rilevamento su conducenti scelti a caso.
Rete autostradale : Le autostrade sono gratuite. Sono invece a pedaggio i ponti sullo Storabelt ( che collega le regioni danesi di Sjelland e Fionia) e sull’Oresund ( che collega Danimarca e Svezia).
Aeroporti internazionali: Copenhagen (Kastrup): situato a 10 km a sud-est della città; il percorso in automobile o con il bus è di circa 30 minuti; ci sono collegamenti frequenti con pullman e bus dalla stazione centrale e un servizio di treni ogni 20 minuti. Aarhus (Tirstrup): situato a 44 km dalla città, l’aeroporto è collegato al centro da bus e taxi. Isole Faér oér: Vagar Airport; voli verso Copenhagen, Reykjavik (IS) e Glasgow (GB). Groenlandia Nuuk Airport: voli verso Copenhagen, Reykjavik (IS) e Frobisher Bay (CDN). La sosta libera è ufficialmente vietata. Esistono oltre 500 campeggi che sono ben organizzati ed ottimamente equipaggiati.
Elettricità : 220 V. a 50Hz ; prese a 2 poli rotonde. Adattatore indispensabile per prese a 3 poli.
Cucina tipica : Le tradizioni culinarie danesi hanno origini molto lontane e sono radicate nella cultura e l’identità stessa degli abitanti, e la Danimarca è tutt’oggi il Paese più agricolo fra i Paesi nordici. Sebbene negli ultimi decenni si siano diffusi miriadi di ristoranti di altri Paesi, così come le catene di fast food o le pizzerie all’italiana, possiamo ancora trovare piatti tipici della nuova cucina danese, influenzata dalla nouvelle cuisine francese o piatti tradizionali della vecchia dieta contadina. Essenzialmente la cucina danese tradizionale è basata su carne, pesce e latticini. Dato che la Danimarca è un Paese nordico e quindi freddo, le pietanze sono ricche di grassi: burro, panna, strutto, pancetta, margarine… per friggere, per salse o semplicemente sul pane.. Il valore dei grassi lo si ritrova anche nella lingua parlata, per esempio la parola fedt (grasso) è usata per indicare una situazione positiva, divertente. La parola smørhul (buco di burro) indica un posto piacevole e pacifico, un po’ un’isola felice e tranquilla, così come talvolta i Danesi definiscono il proprio Paese… La carne era simbolo di prestigio e di buona nutrizione, ma nel Medioevo la maggior parte dei Danesi consumava carne fresca solo da novembre a Natale, la stagione del macello, il resto dell’anno si mangiava carne conservata sotto sale o affumicata. La carne fresca, durante tutto l’anno, era un privilegio riservato ai nobili, così come la selvaggina. Spesso i pezzi di carne erano cotti insieme a orzo e cavolo verde, quest’ultimo, crescendo anche d’inverno, era la principale fonte di vitamina C nel periodo più freddo dell’anno. Una volta molti boschi erano riservati alle partite di caccia dei reali, adesso non più (tutti i boschi sono accessibili al pubblico) e la selvaggina danese, anche se la caccia è fortemente regolamentata, può essere degustata periodicamente in alcuni ristoranti: cervo, pernice, anatra ecc.. Secondo le statistiche ogni abitante della Danimarca consuma annualmente 70 kg di carne di maiale. L’allevamento di maiali, infatti, ha origini molto antiche e costituisce una delle voci più importanti dell’economia nazionale. L’arrosto di maiale con le cotiche (accompagnato da cavolo rosso bollito e patate con salsa) è uno dei piatti tradizionali danesi. Una volta era un piatto riservato alle occasioni speciali, ma anche adesso rappresenta un piatto forte in occasioni particolari, per esempio a Natale. Per strada si vedono spesso botteghini mobili (i cosiddetti pølsevogn) con salsicciotti di maiale da condire con mostarda e ketchup, per uno spuntino rapido ed economico, magari dopo una bella bevuta con gli amici… Anche la carne bovina danese è conosciuta nel mondo, apprezzata per la sua qualità e il carattere igienico della produzione. Il sentiero che una volta attraversava trasversalmente la penisola dello Jutland era detto “via dei buoi” (Oksevejen). Già dal Quattrocento e fino all’epoca industriale, da lì, passavano, infatti le mandrie di buoi destinati alle città della Germania settentrionale o dei Paesi Bassi. Dato che l’allevamento ha oggi un carattere molto intensivo, negli ultimi anni sono apparsi nei supermercati carni di animali allevati con mangimi e in condizioni più naturali. Si riconoscono dal marchio di garanzia Ø che sta per Økologisk, ecologico o biologico . Per quanto riguarda il pesce, non si può non nominare l’aringa (sild) e il merluzzo (torsk). Sappiamo che già dalla preistoria alcuni abitanti della Danimarca si nutrivano di questi due pesci, ca.7000 anni fa! Il merluzzo si diffuse in Danimarca all’epoca dei Vichinghi (dal 750 al 1050 ca.), un po’ favorito dall’avvento del cristianesimo (intorno all’anno 1000), che prescriveva il pesce invece della carne nei periodi di penitenza. Poi il merluzzo si adattava bene ad essere seccato al vento e conservato, come scorta, leggera ma sostanziosa, per le ardue spedizioni marittime degli intrepidi guerrieri commercianti. Inoltre, già un migliaio di anni fa il pesce secco (merluzzi, halibut, aringhe) costituiva un articolo da esportazione, soprattutto verso l’Inghilterra. Il merluzzo è il pesce attualmente più pescato. Si consuma soprattutto bollito, al vapore o in forno. Il gusto è semplice e delicato. Il merluzzo bollito (con aceto, grani di pepe e alloro), con contorno di patate e, mostarda, è, inoltre, il piatto tradizionale di capodanno. L’aringa è considerata un pesce povero ed è molto economica. Attualmente si consuma soprattutto marinata in agrodolce, ma è apprezzata anche affumicata (famosa quella dell’isola di Bornholm) o in altre varianti (cotta, alla griglia, in padella..) Lo stretto dell’Øresund, che separa la Danimarca dalla Svezia, era ricchissimo di aringhe, soprattutto nel Medioevo. Nelle cronache locali si notava come a volte le imbarcazioni facessero fatica a procedere a causa dei densi banchi di aringhe… Copenaghen stessa, da paesino di pescatori quale era alla fine del 1100, diventò una città commerciale (e successivamente capitale della Danimarca) grazie all’esportazione delle aringhe sotto sale in vari Paesi europei … Si può affermare che l’aringa ha finanziato il periodo di maggior espansione della Danimarca, intorno al 1200, quando i re danesi estesero la propria sovranità lungo il mar baltico fino all’ Estonia. Nei paesi costieri dell’epoca preindustriale era molto diffusa l’anguilla (ål, pronuncia ol), pescata nei pianeggianti fiordi danesi, specialmente della penisola dello Jutland. Una volta era spesso parte della dieta quotidiana dei Danesi, mentre ora è considerata una ghiottoneria ed è piuttosto cara. Anche i gamberetti freschi “di fiordo” (fjordrejer) sono particolarmente apprezzati, ma si trovano solo in pochi ristoranti. I gamberetti che si trovano in commercio normalmente sono perlopiù surgelati e provengono dalla Groenlandia. Come contorno sono da ricordare le patate, già da 200 anni parte della dieta danese, bollite o al forno, con salsa grassa o cremosa, nutrienti ed economiche, accompagnano spesso le carni o il pesce. Un soggiorno in Danimarca non può esentare da una visita a una pasticceria locale. I dolci sono infatti molto rinomati e molto vari, con crema, pasta di mandorle, pastafrolla, panna, alla cannella ecc.. E anche di forma fantasiosa, intrecciati, a rotolo, a piramide ecc… E i Danesi amano sedersi e gustarsi un dolcetto o una fetta di torta fatta in casa insieme a un caffè o una cioccolata calda. Curiosamente i dolci di pastafrolla sono chiamati Wienerbrød, pan viennese, perché si dice che siano stati pasticcieri austriaci a introdurli in Danimarca nel 1860. Il pranzo tradizionale danese è costituito dai cosiddetti smørrebrød (letteralmente: pane e burro), praticamente fettine di pane, soprattutto pane nero di segale, imburrate e arricchite, per es., di pezzetti di pesce o salumi o uova o paté di fegato, con una salsina aromatica e decorati con rondelle di cipolle o fettine di cetriolo, cerfoglio, erba cipollina ecc.. Prepararne uno è una piccola arte, tanto che ci vuole una specializzazione apposta; ce ne sono infatti più di cento varietà! In giro si possono trovare tante rivendite di smørrebrød preparati sul momento (un po’ come in Italia la pizza al taglio..) e ristoranti specializzati, che però chiudono nel pomeriggio, dato che gli smørrebrod si mangiano solo a pranzo. Da non dimenticare che gli smørrebrød costituiscono un pasto completo e non un semplice spuntino e vanno mangiati con forchetta e coltello! (d’altronde non sarebbe facile mangiarli con le mani) Per accompagnarli si beve birra o snaps, l’acquavite tradizionale servita nei bicchierini appositi. Birra e pane nero sono stati ingredienti fondamentali nella dieta contadina dei danesi per molti secoli. Gli avanzi di pane si mettevano nella birra la sera e la mattina si bolliva il tutto. Questa zuppetta divenne dal 700 la colazione per tutta la famiglia. Magari accompagnata da un po’ di aringa o fringuelli, soprattutto per chi doveva lavorare nei campi. Nella parsimoniosa economia contadina niente andava sprecato… Oggigiorno l’ Øllebrød è rimasto come mistura polverizzata già pronta, giusto da bollire con un po’ d’acqua. Tanti grassi e tante calorie dunque, ma per gran parte dell’anno non fa caldo, e poi i Danesi amano tenersi in forma facendo sport o semplicemente andando in bicicletta… così i grassi e le calorie si smaltiscono, e ogni danese può continuare a gustarsi i piatti della propria cucina…
La nuova cucina nordica : Il fermento culinario scandinavo, grazie alle nuove generazioni di cuochi di tendenza, sta emergendo a livello internazionale. Nel 2004 si è svolto infatti a Copenaghen il simposio sulla cucina nordica dove un gruppo di cuochi si è proposto di lanciare nel mondo il concetto di “cucina nordica” nello stesso modo in cui si parla di cucina mediterranea. Per la prima volta quindi è nata una collaborazione fra cuochi dell’area nordica e atlantica, dalla Groenlandia alla Finlandia. Il manifesto del convegno mette in risalto concetti quali la qualità, l’identità e l’integrità della cucina, la naturalezza e la freschezza delle materie prime, la semplicità delle preparazioni – senza elaborazioni non necessarie, ma con un suo stile e eleganza – l’uso di prodotti locali e la sensibilità ambientale (per esempio evitando sprechi e rispettando il benessere degli animali). Un’altra caratteristica della nuova cucina nordica è la leggerezza e la digeribilità: niente più salse e intingoli ricchi di grassi inutili, ma salutari preparazioni gustose nella loro essenzialità. Come i pittori romantici scandinavi di fine ‘800 avevano riscoperto la comunanza culturale e il proprio patrimonio naturalistico recandosi direttamente nella splendida e spesso incontaminata natura, i nuovi cuochi, coscienti del cambio di stagione, della suggestività e del valore della luce estiva, della presenza di mari, corsi d’acqua e laghi in tutti i Paesi nordici, attenti alle preparazioni e alle conserve tradizionali, percorrono campi, boschi e coste alla riscoperta di prelibatezze dimenticate o trascurate: bacche poco conosciute, pesci e frutti di mare da rivalutare, selvaggina, tuberi, funghi, cereali e via dicendo… Erwin Lauterbach, uno dei nuovi rinomati cuochi danesi, ha scritto una specie di calendario gastronomico, il cui titolo già rende l’idea di base: “Bello e semplice”. Nella sua cucina non mancano mai le verdure fresche di stagione, da usare anche come sobria decorazione in vasi da fiori. Nella prefazione al libro poi afferma: “Il fondamento del buon cucinare sta nel riconoscere il meglio di ogni materia prima e nel metterne in evidenza il suo proprio sapore”. Così a Copenaghen troviamo fra l’altro granchi di acqua profonda e scampi delle isole Faroer, merluzzo, salmone selvatico e alghe dall’Islanda, carne di bue muschiato, bacche e acqua cristallina dalla Groenlandia. Inoltre si eseguono lavorazioni tradizionali quale il cuocere su pietra di basalto; si aromatizzano acquaviti; si fanno aceti aromatici, ecc…
Artigianato tipico : Bella in tutte le stagioni, Copenaghen acquista un fascino particolare nel periodo natalizio, che qui ha solide e antiche tradizioni. La città è illuminata da una moltitudine di luminarie e decorazioni. Non vedrete però alcuna luce sgargiante né alberi di Natale in plastica. Bianche luci scintillanti illuminano gli abeti natalizi fuori dalle case mentre quelli all’interno delle abitazioni sono decorati riccamente. Anche nei ristoranti e negli alberghi della capitale danese si festeggia l’evento con gli “julebord” dei buffet a base di tipici piatti natalizi danesi, come il prosciutto in gelatina e l’arrosto di maiale, oppure l’anatra servita con contorno di cavolo rosso, prugne, cetrioli e patate caramellate, mentre il dolce tipico è il “ris à l’amande” (riso e latte con panna e mandorle tritate, innaffiati con dello cherry). Non pensate di poter iniziare una dieta nel periodo natalizio: torte e dolciumi sono presenti in abbondanza, e nelle vetrine delle pasticcerie compaiono specialità, che si vedono solo una volta all’anno e il cui profumo si libera per le strade. Hviid’s Vinstue, la più antica taverna di Copenaghen, è il posto ideale per assaggiare la “Julebryg”, la speciale birra di Natale scura e forte o il gløgg, bevanda tradizionale danese a base di vino rosso, acquavite, cannella, uvetta, chiodi di garofano e mandorle a pezzetti servita fumante, accompagnandola magari con le æbleskiver, frittelle con zucchero a velo e marmellata di ribes nero. Anche i negozi si vestono a festa per l’occasione: celebri i tavoli addobbati del Royal Copenhagen, mecca del design danese ubicato nella suggestiva piazza Amager Torv; tavoli riccamente decorati da suppellettili, candelabri ecc., ogni anno con un tema diverso. La tradizione risale al 1963 ed è molto popolare. Nel 2008 l’esposizione avrà luogo dal 22 novembre al 30 dicembre ma il tema dell’addobbo natalizio di quest’anno non è stato ancora rivelato. È un piacere per gli occhi passeggiare per Strøget, la via commerciale più lunga d’Europa, decorata con verdi ghirlande con un cuore rosso al centro, illuminate da una tenue luce. Verde rosso e bianco sono infatti i colori tradizionali del Natale danese.
Per ulteriori informazioni : Campeggi
Altre informazioni : Ente Nazionale Danese per il Turismo : Via Cappuccino n. 11 – MILANO – tel. 02874803 – info.dk@visitdenmark.com